Alabastri

In questa sala contigua  a quella delle sculture lignee si conservano: sculture in alabastro, un crocifisso a raggiera, la scultura, della Madonna di Trapani, in marmo alabastrino dipinto e in parte dorato, attribuita a scultore trapanese della prima metà del XVII secolo. Il culto della Madonna nella cittadina calabrese fu introdotto dai Sanseverino, signori di Altomonte dal 1381, quando Carlo Luigi Sanseverino, nella seconda metà del Seicento, sposò Maria Fardella, appartenente a una famiglia della nobiltà trapanese, quella dei Principi Paceco e Marchesi di San Luigi La Xitta.

L'opera, un tempo esposta nella Chiesa di Santa Maria della Consolazione, rappresenta una delle tante repliche dell'originale eseguita tra il 1340 e il 1345 dallo scultore toscano Nino Pisano, o dalla sua scuola, per la Chiesa di Santa Maria Annunziata a Trapani. Altri esemplari simili alla Madonna di Altomonte si ritrovano a Morano e a Saracena, località rientranti un tempo nei feudi dei Sanseverino.

Di particolare preziosità le due sculture in alabastro, della fine del XVII secolo, dipinte e dorate, raffiguranti rispettivamente, San Michele Arcangelo e San Giorgio Cavaliere; commissionate dai frati a ignoto scultore siciliano. Esse, infatti, rimandano ad immagini collegabili ai culti dell'isola e sembrano collegarsi ad una produzione seriale di oggetti devozionali, espressa nelle più svariate redazioni e datazioni. Le due opere, sono riconducibili a realizzazioni di botteghe trapanesi, come la già citata statuetta della Madonna di Trapani.

Una parete della sala è riservata alla esposizione di tele raffiguranti la Passione di Cristo con cornici finemente lavorate.