Argenti e reliquari

La sala dedicata all'argenteria liturgica, piano -1 del museo, è ricca di pregevolissimi calici, ostensori con ornamenti vegetali e teste di cherubini, diverse pissidi, una navicella portaincenso, un secchiello con stemma dei domenicani, croci astili, corone, ecc., oggetti databili tra il XVI e il XIX secolo.

Tra questi, degni di nota: le due Croci astili, datate rispettivamente al XVII secolo e al XVIII secolo, realizzate in argento fuso, sbalzato, inciso e in rame dorato, ispirate alla produzione napoletana; un Ostensorio a raggiera del XVII secolo, ornato con volute a rilievo, grappoli d'uva e cherubino; il Diadema del Gesù Bambino del XV secolo,in argento dorato e pietre preziose, probabile donazione della principessa Covella Ruffo; una Navicella portaincenso, in argento sbalzato e cesellato, opera eseguita nel 1695 dall'argentiere Nicola De Angelis, nativo di Avellino e attivo a Napoli tra la fine del XVII e la metà del XVIII secolo; il Reliquiario della Sacra Spina, con base polilobata e fusto a doppio "vaso", decorato con cherubini in argento e corona di spine, opera di ignoto argentiere meridionale della fine del XVI secolo e una serie di Reliquiari in legno realizzati da intagliatori meridionali, tra il XVII e il XVIII secolo, gli oggetti intagliati, dorati e decorati a motivi floreali incorniciano la parte che circondano il ricovero in cui è custodita la reliquia.

E' evidente nella tecnica di realizzazione, l'influsso dell'arte tardo-barocca.